Sul prossimo numero di Versodove, in uscita il 17 settembre, i microracconti di bar e di strada di Stefania Bergamini.
[Nella foto: anteprima della pagina. Qui di seguito: altri microracconti. Su Versodove 19 molto più della stessa autrice!]
Il signor “Vado via subito” non mantiene mai la parola, si siede, ordina cognac, sposta i cuscini, il corso dei suoi pensieri e inizia a parlare roteando il bicchiere tra le mani, guarda fisso il movimento del liquore e un padre che non si sa dove sia andato, la madre che ha fatto la cuoca in quel famoso ristorante in via dei Mille 14, la sorella che sposando “il polacco” non lo degna di un pensiero o telefonata, e quella volta che ha vinto una gara di ciclismo. Per un numero imprecisabile di minuti cataloga gesti, situazioni, ricordi, oggetti intorno a lui infilando ogni tanto nei discorsi una suggestione, o suspense, o una stanchezza. Chi lo ascolta ha l’impressione che debba ritrovare l’equilibrio di una immobilità, il silenzio. Poi finisce in un fiato il cognac, si mette a posto le maniche della camicia, liscia i capelli sulla nuca, esce, si gira un attimo come a scusarsi, sorride con una specie di saggezza dentro come a cercare la distanza giusta. In tutto questo mi piace il suo tono basso di voce quasi come a scandire segreti.
Il signor “mio fiore della notte”, voleva il suo negroni e un quarto d’ora di parole. Le sue.
Solenne, rituale, vagamente stordito da altri due negroni, voleva solo parlare del suo vivere né giusto né ingiusto. Molti pezzi della sua vita non sono accaduti, li ha fermati prima e mi racconta come avrebbe voluto viverli, di quella volta che.. e forse era la svolta importante..e una donna che amava e come un Cyrano delicato e nascosto non gliel’ha detto mai, uno struggente rimpiangere cose inesistenti e desiderate.
Il signor “mio fiore della notte” ha una tecnica di sopravvivenza sofisticata e raffinata, gliel’ho detto, lui mi ha ringraziato, poi è uscito con tutti quei desideri, lì, intatti.
Il signor “una bottiglia di rosso buono fate voi” entra ogni venerdì sera alle 23e30, appoggia la giacca sulla spalliera della sedia, si siede e nell’attesa sfoglia un libretto copertina nera, poi versa un dito di vino nel bicchiere si appoggia allo schienale e chiude gli occhi. Così ogni volta, gli stessi gesti precisi, come il rito di un gatto abitudinario, sembra che il mondo intorno a lui non esista.
– vuole mangiare qualcosa?
– questo è Mozart
Solo in quel momento mi accorgo dell’auricolare
– amo Mozart mi scusi l’ho disturbata
– no, no, anzi si sieda, mi fa piacere condividere il vino e Mozart
– sto lavorando..
– su, un attimo
Prendo un bicchiere mi siedo assaggio il vino e osservo lui che chiude gli occhi
– il Requiem, meraviglioso, anno scorso ho tentato di ammazzarmi, ho lasciato scritto che avrei voluto questa musica al mio funerale poi da vero vigliacco ho chiamato mia moglie e il 118 lavanda gastrica e via.
– non è stato vigliacco anzi, sua moglie avrebbe sofferto
– certo sì, anche i miei figli poi non avrei potuto mai più ascoltare Mozart e assaggiare questo vino
– già, mi scusi mi stanno chiamando e non è stato vigliacco
– grazie lei è molto gentile
Si appoggia allo schienale, richiude gli occhi e immagino la perfezione di Mozart a proteggerlo da pensieri lugubri che poi le vite degli altri sono sempre sorprendenti e intime e ognuna è un mondo da capire ascoltare e proteggere, le vite degli altri mi commuovono, ho saputo di tanti suicidi e sempre ho sofferto perché Bancio il ragazzo bellissimo impiccato a una catena, la signora dai capelli rossi per me senza nome, lei alle tende del bagno e tanti altri, tante sconfitte. Le vite degli altri, la mia ossessione da raccontare sempre.
Se poi di notte rimani senza benzina davanti a un semaforo, l’unica cosa che stai facendo è una figura di merda che dietro avevo la macchina della polizia, scendono in due e cosa è successo? sono senza benzina e ti guardano come se tu fossi Chance di oltre il giardino, poi mi dicono: sali in auto, metti le due frecce che ti spingiamo a destra, torniamo tra mezz’ora, adesso dobbiamo portare a casa un cane che tu pensi stiano scherzando e ti sembra di essere dentro a un libro di Dickens invece guardi nella loro auto e un canino ti osserva stupito, intanto aspetto, accosta una macchina, scendono due signori cosa è successo? sono rimasta senza benzina ma aspetto la polizia e loro ti guardano come se fossi Hrundi V. Bakshi in Hollywood Party, e mi dicono: ma no, a casa abbiamo tanica e tubo, torniamo subito e tu non credi alle tue orecchie, infatti tornano con tutto pronto, riempiono il serbatoio e non vogliono nemmeno i soldi che tu li ringrazi e loro, ma su è giusto aiutare chi si trova in difficoltà e io li bacio, torna la polizia, tutto a posto? bene, e non mi chiedono nemmeno patente e libretto.
Morale della storia, di notte non circolano solo serial killer ma pure brave persone
Morale della morale, stanotte è stato un film.
Che sembra novembre e voi dovreste osservare i drink ascoltando Brian Eno.
Ma poi ascoltate solo musica rassicurante.
Mancanza di coraggio.
D’altra parte potrei, come Sharaz-De, per salvarmi, raccontarvi le storie notturne per rassicurarvi e scalare le vostre finestre illuminate per poi abbracciarvi e dirvi che va tutto bene.