Con puntuale ritardo e incredibile coerenza.
Recensioni, note, appunti.
Brevi più o meno, in affanno, come sempre per «Versodove» in cui tutto si costruisce col rigore millimetrico di essere qui con “incredibile coerenza”, ma sempre “in ritardo”, dislocati innanzitutto rispetto a se stessi.
Ci proviamo a leggere, non solo in privato, ma rendendo conto in chiaro di quanto sopraggiunge nelle nostre mani di libri d’ogni fatta a cui vorremmo dare uno spazio seppur esile di risonanza. Un terzo tempo di incontro, di dialogo che resti segnato, detto trascritto. E nello stesso tempo un saluto, un congedo, un augurio.
La redazione
Sospese tra descrizione e visione, tra meditazione e dialogo, tra dettaglio quotidiano e apertura metafisica, le poesie di Quadrelli risentono del magistero di poeti quali Manzoni e Rebora e sono riconducibili al realismo proprio della “linea lombarda”. Tale ascendenza letteraria è riscontrabile anche nella breve prosa La mia Milano (1979), che chiude il volume quale ideale suggello della parabola poetica dell’autore: un omaggio lucido e appassionato alla Milano degli orti di periferia e delle case di ringhiera, espressione di una Milano popolare sopravvissuta al miracolo economico che Quadrelli ritrae e trasfigura poeticamente come lo scenario di una felicità possibile.
Speranza
Fronte premi, occhi chiudi, mente spremi,
bocca tremi, spazio escludi, ciglia vibri,
petto s’alzi, cuore batta, anima libri,
ma solo l’anima, perché il resto resta
a vagare quaggiù, se altrove è festa.
Il tuo ritratto all’età di trent’anni
o di venti, (se memoria ed inganni,
non si scambino il ruolo consueto
e l’una agli altri tolga ogni divieto)
il tuo ritratto è questo nella mera
speranza, maledetta nella sera
quando si fanno i conti che non tornano
e i fantasmi in te scendono e soggiornano.
Ma altrove è qui: qui dove senza festa
si chiude la bufera, la tua richiesta
si fa più vera.
Questa regione dove non si dà
Questa regione dove non si dà
segreto per ognuno a ottenere
ma si concede intero per avere
senza segreti quel che non si ha,
questa regione aperta dove sa
soltanto chi sa di non sapere
e che al deserto di quaggiù non fa
piovere manna ma speranze altere,
non è qui, non è lì, ma nelle sfere
alte e vicine dove le severe
madri che i figli guardano
e trepide condannano
hanno volto celeste e mani nere,
questa regione a te, senza vedere
dove tu vai attento a non cadere
ti è davanti, e distanti
sono le tenebre dove stan le fiere.
Avanti tu ti volti e indietro guardi:
il mondo è capovolto
ma tu sei nuovo e sciolto
senza ritardi.
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