Con puntuale ritardo e incredibile coerenza.
Recensioni, note, appunti.
Brevi più o meno, in affanno, come sempre per «Versodove» in cui tutto si costruisce col rigore millimetrico di essere qui con “incredibile coerenza”, ma sempre “in ritardo”, dislocati innanzitutto rispetto a se stessi.
Ci proviamo a leggere, non solo in privato, ma rendendo conto in chiaro di quanto sopraggiunge nelle nostre mani di libri d’ogni fatta a cui vorremmo dare uno spazio seppur esile di risonanza. Un terzo tempo di incontro, di dialogo che resti segnato, detto trascritto. E nello stesso tempo un saluto, un congedo, un augurio.
La redazione
«Come siamo già lontani, / il bersaglio distingue il nostro sguardo / da una semplice scenografia. / Potevamo cominciare. / Dove ha inizio il limite / e dove i mulini a vento.»
Nel 1934, lasciando la Germania nazista alle sue spalle, Thomas Mann compie il suo primo viaggio negli Stati Uniti: gli appunti presi durante la navigazione saranno alla base della stesura di Traversata con Don Chisciotte, volume in cui racconterà l’esperienza della lettura cervantina associandola a quella del viaggio. All’arrivo a New York, Mann annoterà: «questa notte, nel silenzio ormai inconsueto dei motori spenti, ho fatto un sogno, e ora inseguo quelle immagini sorte dalla mia lettura di viaggio. Ho sognato Don Chisciotte: era lui in persona e io parlavo con lui […] Dolore, amore, compassione e sconfinata venerazione mi colmarono il cuore mentre quella immagine si concretava nel sogno, e vibrano ancora vagamente in me nell’ora dell’approdo».
In un dialogo tenutosi qualche mese fa a Roma con Gianni Montieri, Andrea De Alberti parla della genesi della sua ultima raccolta, La cospirazione dei tarli, edita lo scorso settembre per Interlinea nella collana Lyra. De Alberti racconta di un uomo in cui si è imbattuto nel 2016 – a quattrocento anni esatti dalla morte di Cervantes – in treno. Un uomo che, seduto di fianco al finestrino, mormorava tra sé ripetutamente le seguenti parole: «i sogni li tossisco, i sogni non devono andare giù». Un settenario e un endecasillabo perfetti. Un incontro, anche questo, in viaggio; spunto inziale per il libro che segue, a tre anni di distanza, il successo di Dall’interno della specie (Einaudi, 2017).
Ed è un viaggio anche quello che è invitato a compiere il lettore addentrandosi in questa raccolta, che (ri)costruisce tutto un universo: quello di Cervantes e del suo personaggio, Don Chisciotte della Mancia. Si apre dunque così una biografia poetica, che ripercorre la vicenda personale e letteraria dell’autore del primo romanzo della nostra modernità intrecciandola con quella del suo celebre eroe. Ma non soltanto: intrecciandola anche con riferimenti plurimi e multiformi, da Ces Nooteboom a Bruno Frank, da Miguel de Unamuno a trattati di psicanalisi e, come accennato, a Thomas Mann.
La raccolta, frutto di un approfondito studio da parte dell’autore, non si ferma così alla pura narrazione biografica, ma si stratifica su più livelli, offrendo molteplici chiavi di lettura dei numerosi riferimenti intertestuali ed extratestuali intessuti nella trama di una narrazione che, nel ripercorrere gli episodi più significativi della vita e dell’opera cervantina, procede per vivide immagini.
Immagini, queste, che sembra possano in qualche modo colmare una lacuna: un’altra vicenda che sta alla base della raccolta è in effetti quella che riguarda il pittore Francisco Pacheco del Río, il quale dipinse tutti i più celebri personaggi spagnoli della sua epoca, ad eccezione di Cervantes. E De Alberti ci suggerisce che Pacheco il ritratto lo abbia iniziato, ma che poi lo abbia dovuto interrompere, ossessionato dal rumore dei tarli nella tela.
Una «cospirazione» di tarli reali, ma anche psichici, quella che affronta Pacheco, ma certamente anche Cervantes, con lui Don Chisciotte, e forse anche De Alberti. È un uomo, Cervantes, con il quale è infatti facile immedesimarsi, dichiara l’autore in un’intervista a una testata pavese. Uno che in fondo «era un uomo qualunque, che sin dall’inizio ha cercato la fama, la stabilità economica, l’amore, e che, suo malgrado, ne ha passate di tutti i colori»: a partire dalla battaglia di Lepanto, in cui perse la mano sinistra, gli arresti e le scomuniche, fino alla cattura da parte dei pirati e la prigionia ad Algeri. Per poi, nel 1605, arrivare finalmente alla pubblicazione del Don Chisciotte: «Adesso andate tutti affanculo. / Gridai in una giornata di sole / con la faccia rivolta al soffitto.»
Noemi Nagy
Andrea De Alberti, La cospirazione dei tarli, Interlinea, 2019, pp. 80, 12 euro.
Immagine in evidenza tratta da: https://www.poesiafestival.it/