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Con puntuale ritardo e incredibile coerenza – nota su “La cospirazione dei tarli” di Andrea De Alberti

Con puntuale ritardo e incredibile coerenza.

Recensioni, note, appunti.
Brevi più o meno, in affanno, come sempre per «Versodove» in cui tutto si costruisce col rigore millimetrico di essere qui con “incredibile coerenza”, ma sempre “in ritardo”, dislocati innanzitutto rispetto a se stessi.
Ci proviamo a leggere, non solo in privato, ma rendendo conto in chiaro di quanto sopraggiunge nelle nostre mani di libri d’ogni fatta a cui vorremmo dare uno spazio seppur esile di risonanza. Un terzo tempo di incontro, di dialogo che resti segnato, detto trascritto. E nello stesso tempo un saluto, un congedo, un augurio.

La redazione


«Come siamo già lontani, / il bersaglio distingue il nostro sguardo / da una semplice scenografia. / Potevamo cominciare. / Dove ha inizio il limite / e dove i mulini a vento.»

Nel 1934, lasciando la Germania nazista alle sue spalle, Thomas Mann compie il suo primo viaggio negli Stati Uniti: gli appunti presi durante la navigazione saranno alla base della stesura di Traversata con Don Chisciotte, volume in cui racconterà l’esperienza della lettura cervantina associandola a quella del viaggio. All’arrivo a New York, Mann annoterà: «questa notte, nel silenzio ormai inconsueto dei motori spenti, ho fatto un sogno, e ora inseguo quelle immagini sorte dalla mia lettura di viaggio. Ho sognato Don Chisciotte: era lui in persona e io parlavo con lui […] Dolore, amore, compassione e sconfinata venerazione mi colmarono il cuore mentre quella immagine si concretava nel sogno, e vibrano ancora vagamente in me nell’ora dell’approdo».

In un dialogo tenutosi qualche mese fa a Roma con Gianni Montieri, Andrea De Alberti parla della genesi della sua ultima raccolta, La cospirazione dei tarli, edita lo scorso settembre per Interlinea nella collana Lyra. De Alberti racconta di un uomo in cui si è imbattuto nel 2016 – a quattrocento anni esatti dalla morte di Cervantes – in treno. Un uomo che, seduto di fianco al finestrino, mormorava tra sé ripetutamente le seguenti parole: «i sogni li tossisco, i sogni non devono andare giù». Un settenario e un endecasillabo perfetti. Un incontro, anche questo, in viaggio; spunto inziale per il libro che segue, a tre anni di distanza, il successo di Dall’interno della specie (Einaudi, 2017).

Ed è un viaggio anche quello che è invitato a compiere il lettore addentrandosi in questa raccolta, che (ri)costruisce tutto un universo: quello di Cervantes e del suo personaggio, Don Chisciotte della Mancia. Si apre dunque così una biografia poetica, che ripercorre la vicenda personale e letteraria dell’autore del primo romanzo della nostra modernità intrecciandola con quella del suo celebre eroe. Ma non soltanto: intrecciandola anche con riferimenti plurimi e multiformi, da Ces Nooteboom a Bruno Frank, da Miguel de Unamuno a trattati di psicanalisi e, come accennato, a Thomas Mann.

La raccolta, frutto di un approfondito studio da parte dell’autore, non si ferma così alla pura narrazione biografica, ma si stratifica su più livelli, offrendo molteplici chiavi di lettura dei numerosi riferimenti intertestuali ed extratestuali intessuti nella trama di una narrazione che, nel ripercorrere gli episodi più significativi della vita e dell’opera cervantina, procede per vivide immagini.

Immagini, queste, che sembra possano in qualche modo colmare una lacuna: un’altra vicenda che sta alla base della raccolta è in effetti quella che riguarda il pittore Francisco Pacheco del Río, il quale dipinse tutti i più celebri personaggi spagnoli della sua epoca, ad eccezione di Cervantes. E De Alberti ci suggerisce che Pacheco il ritratto lo abbia iniziato, ma che poi lo abbia dovuto interrompere, ossessionato dal rumore dei tarli nella tela.

Una «cospirazione» di tarli reali, ma anche psichici, quella che affronta Pacheco, ma certamente anche Cervantes, con lui Don Chisciotte, e forse anche De Alberti. È un uomo, Cervantes, con il quale è infatti facile immedesimarsi, dichiara l’autore in un’intervista a una testata pavese. Uno che in fondo «era un uomo qualunque, che sin dall’inizio ha cercato la fama, la stabilità economica, l’amore, e che, suo malgrado, ne ha passate di tutti i colori»: a partire dalla battaglia di Lepanto, in cui perse la mano sinistra, gli arresti e le scomuniche, fino alla cattura da parte dei pirati e la prigionia ad Algeri. Per poi, nel 1605, arrivare finalmente alla pubblicazione del Don Chisciotte: «Adesso andate tutti affanculo. / Gridai in una giornata di sole / con la faccia rivolta al soffitto.»

 

Noemi Nagy

 

Andrea De Alberti, La cospirazione dei tarli, Interlinea, 2019, pp. 80, 12 euro.

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Immagine in evidenza tratta da: https://www.poesiafestival.it/


La rimozione del conflitto: unedited poems by Andrea De Alberti  – traduzione di Jessica Harkins

Gli hanno rotto il nome in un campo, in uno stadio avanzato della malattia, la clinica adotta lo stesso atteggiamento, la banca ci fa interrogare il malato circa la sua data di nascita, gli stati epilettici del denaro, la distanza che separa un avvenimento da un versamento, guardiamo continuamente il calendario, la valuta e il valore che spacca il secondo e lo fa infinito spazio di un disturbo; è evidente che in questi casi si tratti di indebolimento famigliare: il salvadanaio di trincea, i prestiti disorientati degli amici, l’organizzazione abituale di una vita saccheggiata, il latte e il pane, la successione regolare di certi avvenimenti, i giri di assegni scoperti e coperti dei quali non ho mai capito niente.

 

They broke his name in a field. In an advanced stage of the illness the clinic takes the same stance. The bank makes us question the patient about his date of birth, the epileptic state of his money, the distinction between an incidental and a customary deposit. We look constantly at the calendar, at the money and its value that fragments a moment of time and turns an annoyance into an infinite problem. In such cases one clearly finds a weakened family, a cashbox as a foxhole, the bewildered loans of friends, the everyday structure of a ransacked life, the milk and the bread, the regular sucession of certain incidents, the cycles of checks discovered and kept under wraps—things I never understood at all.

 

Il direttore spiava il nostro tempo, tra tutti i mammiferi soltanto l’uomo ha orecchie che non rivelano l’emozione, scrisse Auden e pensai che fosse la verità. La banca era la nostra grotta di Altamira scoperta da una bimba un giorno del 1879: cavalli, cinghiali, tre cerve, una lunga lista della spesa nel rosso della pittura annunciava la nostra fine quotidiana.  Quando ricominciammo a chiedere il brodo la sera capimmo che ci saremmo salvati.

 

The director watched our time. Among all the mammals, only man has ears that do not reveal his feelings, wrote Auden and I thought that this was the truth. The bank was our cave of Altamira, the one dicovered by a child one day in 1878.  Horses, boars, three deer: a long list of expenses painted in red, announcing each day’s end. When we started to ask for broth in the evenings again we understood that we would be saved.

 

Questo è il nostro spazio, un luogo dove iniziano le parole; i fiori della stagione erano candele e noi ne eravamo impauriti e le sue piaghe come zecchini d’oro ardevano la nostra fantasia, il nostro sfilato dolore; dopo l’attesa il lago si distese come un esame di coscienza, da un’altra luce calibravo bene la forza, l’ultimo colpo sul pedale, la lisca del manubrio imboccò la curva e un tipo di ragionamento non fu mai concluso; il nero nell’occhio si sviluppò precocemente, fu come l’eruzione di un dente, il prolungamento dell’infanzia nel niente della sclera.

 

This is our space: a place where words begin. The flowers of the season were candles and we were afraid; and the season’s wounds burned like coins of pure gold in our imagination, our threadwork of pain. When the wait was over, the lake stretched out like an examination of consciousness. In a different light, I re-calibrated my strength, the last push of the pedal; the fishbone of the handlebars locked into the curve and a way of thinking never came to rest; the darkness centered in the eye developed precociously, like the cutting of a new tooth. Childhood lingered in the blank of the sclera.

 

Questo è il nostro Polo, una relazione impossibile tra due vite in un cammino curvo.

Mi sono attribuito una figura, un’alterazione nervosa, l’inconveniente di un’anima buona, contemplavo la tua fronte rilassata, ai margini illeggibile, era un tempo di schiena seduto in un’euforica agonia. L’inferno esiste è il fiore di uno sforzo.

 

This is our Pole, an impossible relationship between two lives on a curved path.

I gave myself a shape, a nervous disorder, the inconvenience of a good soul. I contemplated your relaxed brow, its illegible margins; it was a time of backsides sitting in euphoric agony.  Hell exists: it is the flower of an exertion.


 

Andrea De Alberti è nato nel 1974 a Pavia. Suoi testi sono presenti nell’Ottavo Quaderno Italiano di Poesia Contemporanea, a cura di Franco Buffoni. Del 2007 è la raccolta Solo buone notizie per Interlinea; del 2010 Basta che io non ci sia per Manni; nel 2011 Litalìa per La Grande Illusion; nel 2017 Dall’interno della specie per Einaudi. A settembre per Interlinea uscirà il suo nuovo libro La cospirazione dei tarli. L’universo di Don Chisciotte.

 

Jessica Harkins è professoressa associata alla St. Jhon’s University, Minnesota, Usa.

BOOKS:

Kelsay Books, forthcoming (spring 2018) The Paled Guest

ARTICLES:

Poeti tra mondi: “l’uso di una lingua diversa dalla propria come prospettiva d’apertura all’altro” (Poets Between Worlds: the use of non native languages as a portal to the Other”)  submitted to the north Italian conference on The Ethics of Hospitality (September 28-30 2017): publiucation forthcoming in the Atti del Congresso.
Headwaters
 (special edition on Teaching Integrity at CSBSJU): “Discussing Difficult Topics – Drawing on Circles and the Philosophy of Circles,” co-authored with Julie Lynch and Brandyn Woodard.  (This article came out of our involvement in the 2016-2017 Mellon Grant on inclusivity in the college classroom, with particular focus on the needs of students of color and first generation students.)
Chaucer Review, “Chaucer’s Clerk’s Tale and Boccaccio’s Decameron 10.10,” The Chaucer Review Spring 2013

BOOK REVIEWS:

Re-Thinking Medieval Translation’ Ethics, Politics, Theory, Edited by Emma Campbell and Robert Mills (2012: D. S. Brewer).  Book review, for The Medieval Review, forthcoming.

POEMS:

The Adirondack Review (forthcoming: Fall 2013): “Pictures from Prague” & “In Claro”
Stand (UK) Vol. 11 (3) Issue 199, April 2013: “Thawing” & “The Run”
Emerge Literary Journal, Issue Four, October 2012: “Beside the Sea”
Third Wednesday Review, Summer 2012: “The Masters”
Lingerpost Issue #4, Summer 2012: “Sisters”, “Nocturne”, & “I dream to find you”
The Comstock Review, 24.1, Spring/Summer 2010: ‘The Wooden Horse’
White Whale Review, Issue 2.2, Summer 2010:  ‘Diptych’
Drunken Boat: #10, Summer 2009: ‘Households,’ ‘The River’
ARS Interpres, Issue 8-9, September 2007: ‘Wind-houses’
Redactions, Issue 8/9, 2007: ‘Letter IV: Criseyde’
Agenda (U. K.), Broadsheet 6, 2006: ‘November,’ ‘Elegy’
Stand (U.K.), Vol. 4 & 5, 2003: ‘The Stallion’
Baybury Review, Vol. 5, 2001: ‘Lovers,’ ‘The Pianist’
Estero, Vol. 3, No. 1, 1996: ‘Dream of the Valley I Left’

TRANSLATIONS:

Salt Magazine, Issue One, Fall 2007: sonnets of Gaspara Stampa
ARS Interpres, Issue 8-9, September 2007: sonnets of Gaspara Stampa    
Agenda
, Vol. 42, Spring 2007: sonnets of Gaspara Stampa
Forum Italicum, Vol. 31, No. 2, 1997: sonnets of Gaspara Stampa

Photo di Museo de Altamira y D. Rodríguez, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24512682